L’ECATOMBE DEI BTP ITALIA, I RISPARMIATORI ITALIANI NON SI FIDANO DI MATTEO SALVINI E LUIGI DI MAIO

Il vicepremier leghista aveva evocato l’aiuto degli italiani, ma in due giorni sono stati raccolti solo 722 milioni. Gli analisti: “L’Italia ha problemi di credibilità”

“Sono convinto che gli italiani siano pronti a darci una mano”. Era il 9 ottobre e Matteo Salvini manifestava così tutto il suo ottimismo nonostante uno spread a 299 punti. Poco più di un mese dopo, il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi ha sfondato quota 335. E gli italiani? Hanno lasciato cadere nel vuoto l’appello del vicepremier leghista. Basta guardare l’esito funesto dei primi due giorni dell’asta dei Btp Italia – quelli destinati ai piccoli risparmiatori – per capire quanto profonda sia la crepa che si è aperta con il governo gialloverde. È una crepa di fiducia.

Parlano i numeri e sono numeri eloquenti, negativi perché l’asta dei Btp Italia sta registrando un andamento drammatico. In due giorni sono stati raccolti appena 722 milioni: 241 oggi, 481 milioni ieri. Solo per dare un riferimento dell’entità del crollo basta pensare che il Tesoro si aspetta di incassare tra i 7 e i 9 miliardi alla fine dell’operazione: mancano due giorni e i primi due si sono conclusi con un flop.

Chi ha paura del rischio Italia, ora, sono i cassettisti. Sono i piccoli risparmiatori che comprano titoli di Stato a lunga scadenza e senza obiettivi speculativi. È il nocciolo duro della fiducia nei confronti della solidità economica del Paese. È o meglio era perché questa fiducia si sta frantumando sotto i colpi dello spread e di uno scontro cieco sulla manovra tra Roma e Bruxelles, alla vigilia di un sempre più probabile avvio della procedura d’infrazione.

È un doppio cambio di passo quello che hanno registrato i mercati oggi nei confronti dell’Italia. Perché lo spread – che da tre settimane si era attestato sulla pur sempre critica soglia dei 300 punti – ha registrato un nuovo sobbalzo, toccando quota 336 punti per ripiegare leggermente, alla fine, a 327 punti. I tassi dei titoli decennali sono arrivati a toccare il 3,86 per cento: sono soldi pubblici in più che vanno in fumo, quelli che il ministero dell’Economia deve sborsare per finanziare il debito. Piazza Affari in rosso (-1,87%), titoli bancari a picco.

È in questa cornice che i piccoli risparmiatori hanno alzato le mani di fronte alla possibilità di acquistare i titoli del Tesoro offerti a condizioni vantaggiose. L’appetibilità non è bastata. Perché? Francesco Pratesi, capo analista di Martingale Risk, spiega a Huffpost: “Il Btp Italia tende a risentire, più degli altri Btp, dei problemi della credibilità dell’Italia sui mercati”. Il punto è il rischio che non vuole correre chi si trova a sottoscrivere questa tipologia di titoli di Stato. E non è un rischio legato alle condizioni di offerta o ai vantaggi. Tutt’altro. Ancora Pratesi: “I Btp Italia non sono fatti per il trading, per giocare cioè con lo spread e la curva. Sono titoli per i cassettisti, cioè quelli che si mettono gli investimenti nel cassetto e contano di godere presto delle cedole, cioè dell’incasso. Sono risparmiatori che comprano questi titoli aspettando la scadenza o comunque li tengono per qualche anno”. Il profilo di chi sottoscrive il Btp Italia si lega, quindi, a una maggiore attenzione al rischio. “Un conto – sottolinea ancora l’analista di mercato – è il rischio legato a un titolo che puoi dismettere in qualsiasi momento, un altro è quello legato a un titolo che ti tieni fino a scadenza. Magari a fine scadenza possono succedere mille cose o, anche prima, ci potrebbe essere per l’Italia il rischio di dovere ristrutturare il proprio debito”.

A influire in questo clima di incertezza e di paura sono lo spread e la manovra. Quanto l’andamento della curva del differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi sia legato anche ai Btp Italia lo spiega Alessandro Tarello, gestore obbligazionario di Columbia Threadneedle Investments: “L’allargamento di circa 20 punti di base dello spread negli ultimi due giorni è spiegato dal risultato dell’asta ma è consistente con la valutazione della sostenibilità del debito italiano”.

La legge di bilancio, arrivata al nodo cruciale del giudizio della Commissione europea, ha un peso altrettanto importante: “Nel braccio di ferro che si è innestato tra Roma e Bruxelles – spiega Pratesi – non sembra esserci spazio per una soluzione: nella sostanza non c’è un millimetro di disponibilità a variare il contenuto della manovra, né l’entità né la sua composizione. Così i mercati si spaventano perché a loro piacciono situazioni di accordo, soluzioni, compromesso, non l’incertezza e la modalità inedita di rigidità con cui l’Italia si sta rivolgendo all’Europa”.

Torniamo ai numeri perché con la lente d’ingrandimento posizionata sui grafici delle sottoscrizioni odierne si capisce bene la grande ritirata dei piccoli risparmiatori. Il Btp Italia ha una finestra di collocamento aperta ieri, lunedì 19 novembre, e che si chiuderà giovedì 22: i primi tre giorni destinati al retail, cioè ai risparmiatori, e il quarto agli investitori istituzionali. Nel giorno dell’esordio di questa che è la 14esima emissione il risultato è stato più che deludente: sono stati raccolti, infatti, 481,35 milioni, meno della metà dell’obiettivo potenziale. Ancora peggio oggi: appena 241,e milioni. Per rispettare le aspettative del Tesoro, che punta a incassare tra i 7 e i 9 miliardi, bisognava arrivare già ieri a oltre 1 miliardo. Si è arrivati a meno della metà: mai successo prima. È andata così male che solo nel 2012 si fece peggio nella prima giornata, quando l’incasso fu di 218 milioni. Se si guarda all’andamento di tutte le altre collocazioni, però, è ben evidente il flop di quest’ultima. Alcuni esempi: a ottobre 2012 si incassarono 18,01 miliardi, a novembre 2013 si arrivò a 22,27 miliardi. Più vicino ad oggi e se si vuole prendere come riferimento un periodo delicato dal punto di vista politico-governativo: maggio 2018, Italia ancora senza un nuovo esecutivo dopo l’esito del voto del 4 marzo. Nella prima giornata si arrivò a incassare 2,3 miliardi, cioè quasi cinque volte di più rispetto alla prima giornata dell’emissione attuale.

Cosa sono i Btp Italia

Buoni del Tesoro con scadenza a quattro anni, i Btp Italia sono titoli “indicizzati all’inflazione italiana” e pensati soprattutto per le esigenze del mercato dei piccoli risparmiatori. Forniscono all’investitore una protezione contro l’aumento dei livelli dei prezzi italiani. Le cedole – cioè quanto si guadagna – offrono un tasso reale annuo minimo garantito, che è pari all’1,45 per cento, eventualmente ritoccabile al rialzo al termine del collocamento. Vantaggiosi sono anche i tempi di pagamento delle cedole: sei mesi.

Fonti in ambiente finanziario parlano di un rischio Btp che “si mantiene su livelli elevati”. Ancora lo spread e la manovra: “L’allargamento dello spread di questi giorni – spiegano le stesse fonti – si inserisce all’interno di un movimento ribassista dei mercati finanziari che tradizionalmente penalizza i titoli più fragili e quindi anche il Btp. Anche la diserzione unilaterale dalle regole europee sulla sostenibilità della finanza pubblica contribuiscono a tenere i titoli italiani sotto pressione assieme al merito di credito del Paese e delle banche Italiane”.

Quali sono i rischi? Le stesse fonti mettono in guardia: “il collocamento difficile del Tesoro potrebbe suonare come un campanello d’allarme per il fabbisogno futuro che da inizio 2019 non potrà più contare sugli acquisti della Bce. La speranza di aumentare la quota domestica di investitori nel Btp non sembra al momento sortire l’effetto sperato. Viene spontanea una domanda: o chi continua ad essere favorevole al governo nei sondaggi è nullatenente oppure, pur apprezzandolo, non gli fa credito neppure a tassi più vicini a quelli greci che a quelli portoghesi”.

L’impatto del flop dei Btp Italia è anche – come si diceva – una questione politica. Perché quella che si sta svolgendo in questi giorni è la prima emissione di un titolo da parte del governo gialloverde. E i risultati rendono evidente quale è il grado di fiducia che lega i piccoli risparmiatori all’offerta messa in campo. La crepa rischia di diventare una voragine.

Fonte: https://www.huffingtonpost.it/2018/11/20/lecatombe-dei-btp-italia-i-risparmiatori-italiani-non-si-fidano-di-matteo-salvini-e-luigi-di-maio_a_23594706/