Anche in Italia il reato penale di usura comincia a produrre i suoi effetti.

È quanto accaduto innanzi al Tribunale di Arezzo, dove il G.U.P. (Giudice dell’Udienza Preliminare) con decreto del 10-03-2015 ha rinviato a giudizio il Direttore di agenzia di un noto istituto bancario, indagato per il reato di usura ex art. 644 commi I, IV, V nn. 1) e 4) c.p. ravvisata in un contratto di mutuo.

La sentenza

Nel caso di specie, una coppia di coniugi aveva sottoscritto in data 16.06.1999 un mutuo dell’importo di Lire 180.000.000 nel quale la misura degli interessi di mora applicati dal 01.01.2004 al 31.05.2005 (data dell’ultimo pagamento corrisposto dai clienti) ammontava all’ 8,645%, ossia un tasso superiore rispetto alla soglia d’usura rilevata dalla Banca d’Italia.

Su querela di parte offesa, vale a dire i coniugi mutuatari che – dunque – si sono costituiti parte civile nel processo, è stata riconosciuta dal Tribunale la responsabilità del funzionario di banca che operava, all’epoca dei fatti, in qualità di Direttore della filiale in cui era stato acceso il mutuo, con l’applicazione per giunta delle seguenti aggravanti:

  • aver commesso il fatto nell’esercizio della propria attività professionale;
  • aver commesso il fatto a danno di chi svolge la propria attività imprenditoriale.

Di conseguenza il G.U.P., confermando il capo di imputazione in udienza preliminare, ha emesso un decreto di rinvio a giudizio nei confronti dell’imputato ed ha fissato la prima udienza dibattimentale per il prossimo 12/05/2015.

La vicenda

Il provvedimento rammenta con forza che l’usura è un reato che può essere fatto valere, pur con diversi presupposti, sia in ambito civile che penale. Verificare la correttezza delle condizioni sottoscritte nei propri contratti bancari è un atto che, oltre a mettere in luce la presenza di illeciti e la sussistenza di eventuali importi contestabili e ripetibili agli istituti di credito, può generare un procedimento penale.

Tendenzialmente, in presenza di tassi usurari, si intraprende una causa civile nella quale il Giudice accertata la presenza di usura ed una volta effettuato il ricalcolo delle somme effettivamente dovute dal cliente, condanna la banca alla restituzione di tutti gli interessi indebitamente corrisposti e non più dovuti, per effetto della dichiarazione di nullità della clausola contrattuale illegittima. Occorre ricordare, però, che l’usura è, in primis, un reato con rilevanza penale che, quando riconosciuto, oltre a generare risarcimenti economici per la vittima, determina la responsabilità personale in capo al soggetto che la commette, con la conseguente applicazione di pesanti pene.

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