RECUPERATI 209.788,66 € SU TRADING ONLINE IN DERIVATI: QUANDO IL COMPORTAMENTO ETICO FA LA DIFFERENZA

LA STIPULA DEI CONTRATTI DI TRADING ONLINE:

Un privato investitore della provincia di Roma si è affidato a Martingale Risk per perdite subite in seguito alla sottoscrizione, nell’anno 2014, di un modulo di richiesta servizi amministrati Webank, avente ad oggetto l’ esecuzione di ordini, ricezione e trasmissione di ordini e mediazione, negoziazione e contropartita diretta, collocamento di strumenti finanziari e custodia e amministrazione di strumenti finanziari, al fine di operare nel trading on line, con specifico riguardo alla compravendita di opzioni aventi come attività finanziaria l’indice EuroStoxx 50, quotato presso il mercato regolamentato Eurex di Francoforte. Le procedure operative della Banca prevedevano per il cliente la titolarità di due conti on line, un conto corrente di corrispondenza e un sottoconto tecnico per l’operatività in derivati.

LA VICENDA:

La Banca ha richiesto al cliente di riportare il costo di riacquisto delle posizioni corte in portafoglio entro la soglia dei 500.000 Euro, procedendo alla chiusura delle posizioni attualmente aperte e mantenendo comunque il saldo del conto in positivo. In caso di inadempimento, la banca comunicava che avrebbe chiuso tutte le posizioni presenti nel portafoglio. L’investitore procedeva quindi a effettuare alcune chiusure delle sue posizioni, che fruttavano un importo come somma algebrica del flusso finanziario positivo, del flusso finanziario negativo relativo alle commissioni godute dalla banca, nonché dal beneficio connesso al minor margine di garanzia derivante dalla chiusura di una posizione corta.

Pertanto, al netto di tale importo positivo, il saldo negativo sul conto corrente si riduceva. La banca provvedeva tuttavia nella stessa mattinata ad effettuare forzatamente la chiusura di tutte le posizioni, causando al cliente delle perdite connesse al plafond di margini in garanzia e, inoltre, l’addebito di commissioni da parte della banca, con un aggravio del saldo negativo del conto corrente.

LE VIOLAZIONI DELLA BANCA: BUONA FEDE E CORRETTEZZA

Grazie alle analisi degli esperti in ambito legale e contenzioso di Martingale Risk è stato dimostrato come la condotta della banca sia stata illegittima. Con riguardo allo stato dei margini di garanzia, si è in quei giorni verificato un consistente deterioramento del livello dei margini, con richiesta di repentino reintegro, a fronte di una carenza di liquidità dei conti correnti. Anche se le operazioni poste in essere dalla banca rispettano, dal punto di vista formale, le disposizioni contrattuali, tuttavia, il comportamento, nell’esecuzione del contratto di servizi di investimento, non può che essere analizzato alla luce dell’inadempienza dei canoni di buona fede e correttezza. La giurisprudenza, infatti, attribuisce rilevanza primaria al ruolo della buona fede in sede di integrazione del rapporto. L’istituto bancario è evidentemente venuto meno all’ obbligo di solidarietà che impone a ciascuna delle parti di agire in modo da preservare gli interessi dell’altra, a prescindere tanto da specifici obblighi contrattuali, quanto dal dovere extracontrattuale del neminem laedere.
Dunque la buona fede, intesa come lealtà e correttezza che amplia il regolamento contrattuale, costituisce fonte di obblighi integrativi di protezione e sicurezza, con la conseguenza che nella fase attuativa è imposto alle parti il rispetto di doveri integrativi e strumentali di avviso, informazione, solidarietà e protezione nei confronti della persona e dei beni della controparte. Una simile conclusione è anche cristallizzata nell’art. 21 T.U.F il quale dispone che: nella prestazione dei servizi e delle attività di investimento e accessori i soggetti abilitati devono comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza, per servire al meglio l’interesse dei clienti e per l’integrità dei mercati. Occorre subito evidenziare che, a fronte di un momentaneo scoperto di conto corrente, banca BPM chiudeva quasi tutte le posizioni assunte dall’investitore, causandogli ingenti costi a carico. Ebbene, al fine di scegliere le operazioni utili da liquidare per chiudere tale sbilancio, tra le diverse combinazioni possibili, si sarebbero potute prendere in considerazione posizioni lunghe, in quanto, per esse, non è necessario calcolare la short option adjustment, adottando il medesimo ordine cronologico di chiusura adottato dalla banca, con l’obiettivo di minimizzare il numero di operazioni da liquidare per il ribilanciamento. In conclusione un diverso tipo di approccio avrebbe riequilibrato la posizione del cliente riducendo i margini impegnati per un importo di gran lunga inferiore. In questo modo inoltre il cliente avrebbe coperto lo sbilancio del conto corrente e avrebbe generato la liquidità necessaria per coprire lo sbilancio dovuto agli incrementi del margine di garanzia.

LA SENTENZA E IL RISARCIMENTO DI 209.788,66 €:

Alla luce delle analisi di Martingale Risk, è apparso evidente come la chiusura di tutte le posizioni non fosse un comportamento realmente necessario per l’istituto di credito che, tra l’altro, in circostanze pregresse aveva assunto una condotta diversa. Con questo comportamento la banca ha violato il principio di buona fede nell’esecuzione del contratto e a tale violazione, che costituisce un inadempimento contrattuale, consegue l’obbligo, riconosciuto dal tribunale di Roma e predisposto tramite sentenza, di risarcire il danno subito dall’investitore.

Il tribunale di Roma ha stabilito che, a seguito del calcolo del danno subito dal cliente, una volta analizzato il documento di P&L (Profit and loss), ha stabilito che il risarcimento avrebbe dovuto comprendere la somma complessiva delle posizioni chiuse dalla banca qualora fossero state portate fino a scadenza, l’importo delle commissioni applicate dalla banca per la chiusura di tutte le posizioni, nonché l’aggravio del conto corrente per effetto delle chiusure forzate. Il risarcimento del danno che la banca ha dovuto versare al cliente Martingale Risk è stato pari alla somma di 209.788,66 €

Leggi la sentenza del tribunale di Roma qui >>

PERDITE DA INVESTIMENTI? COSA FARE:

Al fine di permettere a tutti i risparmiatori di recuperare le perdite subite a causa di investimenti bancari, Martingale Risk permette di intraprendere in tempi brevi e con la possibilità di pagamento posticipato una causa o un arbitrato nei confronti delle banche intermediarie, previa valutazione della documentazione. Martingale Risk verrà remunerata unicamente attraverso una percentuale degli importi effettivamente recuperati.

Ad oggi la Martingale Risk ha già recuperato più di 200 milioni di Euro di perdite, con una percentuale di successo pari al 92%, della quale il 58% si è chiuso con un accordo transattivo con la banca controparte.

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