A seguito di una recentissima Ordinanza del Tribunale di Fermo del 3 novembre 2014, una Banca è stata condannata alla restituzione di Euro 82.660,23 ad un proprio correntista, oltre che al pagamento delle spese legali pari ad Euro 32.000,00.

La vicenda

Nel caso di specie il Tribunale, attraverso la verifica operata da parte del CTU incaricato, ha rilevato che sul conto corrente in questione, per tutto il periodo analizzato (aprile 1996 – dicembre 2007) sono stati indebitamente applicati costi e somme da parte dell’Istituto di Credito al Cliente.

Gli estratti conto analizzati sono risultati non corretti in quanto:

– la Banca non avrebbe prodotto alcuna pattuizione scritta e/o contratto tra le parti;

– a seguito della delibera del CICR del 9.02.2000 (con la quale sono state introdotte condizioni obbligatorie in materia di conti correnti e anatocismo quali: reciprocità nella capitalizzazione degli interessi attivi e passivi, indicazione di TAN e TAE nei contratti, requisito della forma scritta, sottoscrizione di entrambe le parti) la Banca non avrebbe dato prova di comunicazione per iscritto al correntista dei relativi adeguamenti o, alternativamente, non avrebbe fornito prova di accettazione delle modifiche dal parte del Cliente, tanto più in presenza di modifiche peggiorative rispetto a quelle precedentemente applicate.

A seguito delle sopracitate inadempienze, si è reso necessario il ricalcolo degli estratti conto da parte del CTU quanto a (I) interessi attivi e passivi applicati (II) capitalizzazione degli interessi passivi trimestrali (III) commissioni di massimo scoperto (IV) spese e ritenute fiscali secondo i seguenti criteri:

– applicazione dei tassi minimi e massimi dei BOT annuali, in mancanza dei tassi pattuiti (ex. art. 117 comma 7 lettera a )

– nessuna capitalizzazione, CMS e spese.

In conclusione, le somme indebitamente corrisposte da parte del Cliente sono state complessivamente quantificate in Euro 82.660,23 che la Banca è stata condannata a restituire al Cliente.

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