Certificates di investimento, Covered Warrant, Opzioni e CFD (Contract for Difference) hanno tutti in comune la caratteristica di essere contratti derivati, ossia strumenti finanziari che ancorano o derivano il rendimento del capitale investito a quello ottenuto da una o più variabili di mercato. Al variare di quest’ultime, identificate spesso con il termine di “sottostante” o “underlying”, i risparmi investiti subiranno una variazione di prezzo che potrà essere diretta (sale il prezzo del sottostante, sale quello del derivato) o inversa (sale il primo, scende il secondo), così come il rendimento ottenuto potrà risultare identico oppure amplificato (il sottostante scende dell’1%, il derivato del 10%) rispetto a quello dell’underlying. Quest’ultima caratteristica, comune a molti degli strumenti finanziari derivati, corrisponde al c.d. effetto leva e rappresenta una degli elementi di rischio più importanti per gli investitori. Come spesso accaduto, la presenza della leva finanziaria in uno strumento farà sì che a una giornata marcatamente negativa per il sottostante (es.: un -10%) potrebbe corrispondere il completo azzeramento del capitale investito nel derivato (ossia un -100%, qualora la leva sia stata pari a 10). Per tale motivo, non sono rare le perdite da Derivati come Certificates e CFD.
E’ quindi evidente che strumenti derivati quali i Certificates, i Covered Warrant, le Opzioni e i CFD siano strumenti finanziari estremamente rischiosi per gli investitori, caratterizzati da una elevata complessità che li rende del tutto inadatti a tutti quei clienti che non hanno maturato nel tempo una specifica conoscenza ed esperienza in strumenti derivati.
Questi strumenti, ideati e creati da società di investimento internazionali quali WisdomTree, sono offerti anche dalle principali banche italiane, come Unicredit, Intesa Sanpaolo, Fineco e BNP Paribas. In questo secondo scenario, dunque, in capo a questi intermediari si configura anche un potenziale conflitto di interessi alla luce dei costi di ingresso/uscita/gestione, talvolta nemmeno validamente pattuiti con il cliente e in tal caso nulli, o comunque risarcibili e tali da erodere il capitale investito ad ogni transazione, fino a raggiungere cifre decisamente importanti dopo anni di operazioni di trading eseguite per conto dei clienti.
Martingale Risk opera a Zero Costi Anticipati, richiedendo solo una percentuale delle somme recuperate unicamente a risultato ottenuto. In questo modo, tutti i risparmiatori che hanno subito perdite da Derivati come Certificates, Covered Warrant e CFD non dovranno sostenere alcuna spesa amministrativa, peritale e legale per avviare un’azione risarcitoria.
Certificates, Opzioni, Covered Warrant e CFD: le tipologie principali e le relative caratteristiche
I Certificates (o Certificati) sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati che incorporano diverse strategie di investimento più o meno speculative/aggressive, e che consentono all’investitore di esporsi all’andamento di uno o più specifici sottostanti. Tale replica dei risultati ottenuti dal sottostante può essere semplice (sottostante e Certificato ottengono la stessa performance percentuale) oppure amplificata, in questo secondo caso siamo in presenza di Certificates a leva. Tra i sottostanti che più comunemente sono alla base dei Certificates, troviamo: azioni, indici, valute, materie prime come petrolio o gas, e tassi di interesse. I Certificates sono quotati in Borsa, nel mercato SeDex.
Più nel dettaglio, vengono definiti Investment Certificates quegli strumenti che replicano, senza alcuna amplificazione, cioè senza effetto leva, l’andamento del sottostante: azioni, indici, materie prime, ecc.
Al contempo, i Certificates a leva/con componenti opzionarie rappresentano strumenti ancora più complessi e di difficile comprensione, che mostrano un rendimento che diverge, anche largamente, da quello del sottostante.
Es. 1 » Un Certificato a leva 7 sul petrolio perderà il 70% del proprio valore in una seduta di borsa in cui il greggio ha avuto una performance negativa del 10%.
Es. 2 » Un Certificato potrebbe mostrare una o più barriere, intese quali livello di prezzi dello strumento di riferimento, raggiunte le quali lo strumento smette di guadagnare o addirittura viene forzosamente liquidato in perdita.
Quanto invece ai CFD (Contract for Difference), questi strumenti sono contratti derivati negoziati fuori borsa ovvero OTC, Over-the-Counter direttamente tra cliente e banca. Il rendimento dei CFD dipende da come la banca li ha strutturati e in generale discende dalla differenza tra il prezzo del sottostante al momento dell’apertura della posizione e lo stesso prezzo al momento della chiusura. I CFD sono strumenti derivati che sfruttano il meccanismo della marginazione, che di fatto comporta la presenza della leva finanziaria e che quindi prevedono il versamento iniziale di una somma che rappresenterà solo una frazione del controvalore del contratto. A fronte di questo margine, oltretutto, le banche talvolta inseriscono degli ordini di “stop loss” che si attiveranno automaticamente quando l’andamento di mercato comporterà il rischio di sostanziale azzeramento del margine: questo meccanismo, che di certo tutela la banca, rappresenta tuttavia la perdita completa dei risparmi investiti dal cliente e ad ogni modo, a fronte di repentine e forti variazioni del mercato come accaduto ad esempio con le quotazioni del petrolio, non esclude il rischio che la perdita finale ecceda il capitale inizialmente investito dal cliente.
Da ultimo le Opzioni, e in maniera simile i Covered Warrant, sono contratti derivati che attribuiscono all’acquirente il diritto, ma non l’obbligo a comprare (opzioni “Call”) o vendere (opzioni “Put”) un determinato strumento sottostante, ad una certa data (singola per le opzioni “Europee” o per un periodo di tempo per quelle “Americane”) e ad un prezzo prefissato (c.d. “Strike”). In questi casi, dunque, l’esborso per l’investitore e quindi il capitale a rischio corrisponderà al prezzo (c.d. premio) di tali opzioni. Estremamente diverso, invece, è lo scenario in cui l’investitore vende l’opzione (call o put che sia) incassando momentaneamente il premio ma esponendosi a scenari di perdita estremamente rilevanti e talvolta potenzialmente illimitati,come illustrato nell’immagine sotto.
Quali sono i rischi per chi investe in strumenti finanziari derivati?
Come visto, non è raro incorrere in perdite da Derivati come Certificates, Covered Warrant, Opzioni e CFD in quanto sono strumenti estremamente complessi con profili di rischio/rendimento che, di fatto, li rendono inadatti, ovvero non appropriati/non adeguati nei termini della normativa Consob, a buona parte dei risparmiatori.
Esiste ad ogni modo una granitica giurisprudenza, nella quale rientra ad esempio la Cassazione n. 35789 del 2022, secondo la quale anche se in presenza di un investitore per così dire esperto l’intermediario sarà comunque tenuto a risarcire le perdite subite dal risparmiatore se, all’atto dell’investimento, risulteranno essere stati violati gli obblighi informativi, di comunicazione e di trasparenza in capo all’intermediario stesso. Come ricorda infatti la Cassazione, il risparmiatore, anche se esperto, dovrà ricevere dall’intermediario un’informativa puntuale preliminarmente all’esecuzione dell’ordine. Solo in presenza di tutte le informazioni sulle caratteristiche e sui rischi collegati allo specifico strumento la scelta di investimento del risparmiatore potrà essere intesa quale consapevole. Esistono quindi concrete possibilità per recuperare le perdite da Derivati come Certificates, Covered Warrant, Opzioni e CFD.
Come recuperare le perdite da operazioni in strumenti finanziari derivati
Tutti i derivati sopra elencati, come visto, sono definiti dalla normativa di settore quali strumenti finanziari complessi, il cui comportamento in termini di guadagni, perdite e rischi è influenzato da molteplici variabili finanziarie, spesso di difficile comprensione per il risparmiatore medio. È facile, dunque, che un investimento in strumenti finanziari derivati porti a delle perdite ma resta da capire se e come le banche e gli intermediari hanno avuto una responsabilità per tale danno subìto.
Visti i rilevanti rischi e le possibili perdite da Derivati come Certificates, Covered Warrant, Opzioni e CFD, le autorità di vigilanza come la Consob e la normativa di riferimento (Testo Unico della Finanza, Regolamenti europei e Regolamenti Consob) hanno imposto specifici obblighi di comportamento per le banche e per gli intermediari che, se violati, danno diritto all’investitore di richiedere un rimborso per recuperare le perdite ingiustamente subite.
Violazione della normativa a tutela degli investitori in ambito di Certificates, Covered Warrant, Opzioni e CFD
A titolo di esempio, le violazioni della normativa che più frequentemente occorrono sono:
- mancato rilascio di informazioni al cliente su tutte le fonti di rischio e le caratteristiche dello specifico strumento finanziario derivato che verrà acquistato. Sul punto la giurisprudenza (es. Cass. n. 35789/22) è ormai concorde nel ritenere che se la banca non ha dato al cliente tutte le informazioni specifiche sullo strumento (nel caso dei derivati: l’eventuale effetto leva, il sottostante di riferimento e la relativa volatilità del prezzo, gli scenari probabilistici, eventuali limiti di liquidità dello strumento etc.) il cliente avrà diritto a richiedere alla propria banca un risarcimento del danno, a prescindere dalla propria esperienza in materia di investimenti e/o dal proprio eventuale intento speculativo;
- mancata o quantomeno non corretta ricostruzione del profilo finanziario del cliente (c.d. questionario MiFID) da parte della banca, la quale – prima di eseguire l’investimento – deve identificare le esperienze e le conoscenze del soggetto intervistato anche con specifico riguardo agli strumenti finanziari derivati, oltre che accertare l’effettiva propensione al rischio del cliente;
- mancata o errata valutazione della ‘compatibilità’ dell’investimento in Certificates, Covered Warrant, Opzioni o CFD rispetto al profilo del cliente (nei termini di “appropriatezza” o di “adeguatezza”, secondo la normativa) prima di eseguire l’investimento.
Quando si è in presenza delle violazioni sopra richiamate, dunque, sarà possibile contestare alla propria banca tale comportamento e richiedere un risarcimento per recuperare le perdite da Derivati quali Certificates, Covered Warrant, Opzioni e CFD.
Con specifico riferimento ai Certificates di investimento, qui di seguito riportiamo l’elenco dei principali strumenti emessi da istituti di credito italiani e che potenzialmente hanno comportato significative perdite per chi li ha acquistati.
Nella lista che segue, la prima colonna (“CAPITALE PERSO”) esprime graficamente l’ordine di grandezza percentuale della perdita subita dal capitale investito sin dall’emissione dello strumento. Le colonne a seguire indicano l’ISIN, ossia il codice identificativo univoco dello strumento, la tipologia di Certificates, lo strumento sottostante, l’emittente dei Certificates, la barriera (ossia il livello di prezzo che, se toccato dal sottostante, comporterà una modifica del comportamento dei Certificates in termini di guadagni o perdite) e l’evento (ossia se la Barriera è stata raggiunta per un rialzo o un ribasso dello strumento sottostante o se lo strumento conteneva degli “Stop Loss” toccati quali i Certificates in perdita venivano liquidati).
L’offerta di Martingale Risk
L’azione proposta da Martingale Risk è proprio nei confronti degli intermediari finanziari, che spesso vendono i Certificates, i Covered Warrant e i CFD a risparmiatori che non conoscono adeguatamente tali strumenti, e/o che, non informati di tutte le caratteristiche e le fonti di rischio insite in tali strumenti, finiscono per prendere decisioni di investimento non consapevoli, finendo in questo modo per subire in modo incolpevole gravi perdite finanziarie.
Offriamo a tutti gli investitori danneggiati un’analisi preliminare gratuita della documentazione bancaria, volta ad evidenziare se e quanto è possibile recuperare. Inoltre, a seguito dell’analisi, Martingale Risk è disponibile ad avviare un’azione risarcitoria senza richiedere alcun costo anticipato, ma solo una percentuale sulle somme recuperate. Se hai subito perdite da Derivati come Certificates, CFD, Opzioni e Covered Warrant, non esitare a contattarci.