Nuovo grande successo ottenuto da un’azienda immobiliare di Roma seguita in giudizio dai professionisti della Martingale Risk.

La vicenda ha riguardato due contratti derivati sottoscritti tra il cliente ed un noto istituto di credito italiano tra il 2006 ed il 2008.

Il Tribunale di Roma, con la Sentenza n. 21104/2018 del 02/11/2018, ha accolto la domanda risarcitoria dell’azienda per inadempimento contrattuale in relazione al contratto IRS datato 22/12/2006 e, per l’effetto, ha condannato la banca al pagamento della somma di Euro 43.071,61 in favore del cliente, a titolo di risarcimento danni. Ma non solo.

Il Giudice ha dichiarato altresì la nullità del secondo derivato (contratto IRS del 28/1/2008), condannando la Banca convenuta a pagare la somma di Euro 396.877,25 oltre interessi.

Importante dunque la condanna del Giudice nei confronti della banca, la quale durante la stipula dei contratti derivati ha manifestatamente posto in essere numerose violazioni.

In primo luogo, come accertato in giudizio, parte delle firme apposte sulla contrattualistica sarebbero risultate apocrife, vale a dire non riconducibili al legale rappresentante della società attrice.

Il contratto quadro non risulta validamente pattuito

Inoltre anche il contratto quadro del 2008 non è risultato validamente pattuito e dunque nullo per carenza di forma scritta prevista ad substantiam. Alla nullità del contratto quadro ne è conseguita la nullità di tutte le operazioni finanziarie successivamente stipulate tra le parti.

Infine, non da ultimo, la banca ha violato tutti gli obblighi informativi di cui al Testo Unico della Finanza, in quanto ha omesso – sia nel contratto quadro che nelle successive conferme – di informare il cliente circa il grado di rischiosità delle operazioni che si apprestava a sottoscrivere.

Come anche confermato dalla CTU in giudizio, “… né il Contratto quadro né la Conferma riportano chiare indicazioni circa la rischiosità dello strumento finanziario derivato sottoscritto …”

 

Pertanto, in ragione di queste motivazioni, il Giudice ha condannato la Banca a restituire all’azienda immobiliare romana complessivamente l’importante somma di Euro 440.000 oltre interessi.

 

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